giovedì 8 marzo 2018

Le donne che hanno fatto la storia della musica

Serve una giornata per sentirsi donna o per ricordare di esserlo?
L'8 marzo non è soltanto la festa della donna , ma è anche un giorno per ricordare tutte le conquiste delle donne in campo economico, politico e sociale, ma anche le discriminazioni e le violenze cui esse sono state sottoposte in passato e, in alcune parti del mondo, ancora sono sottoposte. E' importante celebrare la memoria di quelle donne che riuscirono ad ottenere tutti i diritti che noi donne moderne diamo per scontati: diritto di voto, uguaglianza sul lavoro, parità tra i sessi, tutte cose ottenute grazie alle lotte delle grandi donne del passato. Ma sono ancora molti gli ambiti in cui la donna viene discriminata, e la lotta per l'emancipazione della donna è all'ordine del giorno.
Ho voluto per questo ricordare due donne, una del passato e l'altra del presente, che hanno lasciato il loro segno nella storia della musica: 


  • Miriam Makeba:



Miriam Makeba, attraverso il canto, ha portato avanti la lotta alla discriminazione razziale e ha dato voce al dolore e alle condizioni degli oppressi ovunque nel mondo. La cantante apparteneva alla comunità Xhosa del Sudafrica e, molto legata alle sue radici, ha creato un genere musicale molto personale che fondeva il "Kwela Africano" e il "Doowop", lo stile vocale tra il Rock 'n' Roll e Rhythm and Blues degli anni '50. Ha raggiunto l'apice del successo insieme ai  "Manhattan Brothers", ma dopo il suo primo tour negli USA negli anni '60 le fu imposto l'esilio dal Sudafrica. Ma Mama Africa - così veniva chiamata - non si è arresa. Dopo trenta anni di esilio è ritornata in Africa, precisamente in Guinea, dove ha preso parte a diverse missioni diplomatiche alle Nazioni Unite, parlando più volte contro la barbarie dell'apartheid. 

  • Bjork:


Bjork, che in islandese significa "betulla", ha unito un trip di sonorità techno, trip hop, jazz e pop a una sperimentazione unica nel suo genere. Dai look iconici ai videoclip psichedelici, ella ha venduto quaranta milioni di dischi senza mai tradire la sua natura anticonvenzionale. Venticinque anni di musica che, dal suo primo album Debut (1993), hanno visto la cantautrice islandese tramutarsi in una geisha, un robot e una musa virtuale. Uno dei lavori che meglio rappresenta il suo particolare stile è Biophilia, il primo app-album della storia della musica, pubblicato nel 2011. Si tratta di un pacchetto composto da dieci applicazioni per I-Pad, tenute insieme da un'applicazione madre: ogni applicazione corrisponde ad una diversa canzone dell'album. Dal punto di vista musicale, l'artista ha utilizzato strumenti musicali creati apposta per l'album, come il "gameleste" un ibrido tra una celesta e un gamelan; mentre i testi e le musiche traggono ispirazione da fenomeni naturali e scoperte scientifiche. 

See you the next song! 


     

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