Da perfetto copione di un
film, l’apoteosi di un appuntamento romantico è un piccolo ristorante con pochi
tavoli, luce soffusa, buon vino ma soprattutto ottima musica. Un jazz leggero,
di sottofondo, che lascia lo spazio a piacevoli conversazioni; uno smooth jazz
come quello che ci propone Mario Simposio nel suo album “Bread, Wine and
Roses”.
Dopo essersi affacciato
alla finestra del jazz nel 2015 con l’EP “Un Simposio in Jazz”, Mario Manzi, in
arte Mario Simposio ritorna sulla scena musicale il 14 maggio 2018 con l’album
“Bread, Wine and Roses”, prodotto da Sonora Record e distribuito da Impronte
Sonore.
In un caldo pomeriggio di
agosto ho avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Mario per conoscere
meglio il suo progetto musicale.
Da sempre il jazz è considerato un genere d’élite,
poco diffuso dai mass media come radio e televisione. Come ti sei avvicinato a
questo genere e perché hai scelto Simposio come nome d’arte?
Suono la chitarra da
quando ero un ragazzino e i miei generi preferiti erano il rock e il rhythm
& blues, da li poi sono passato ad ascoltare il blues ed infine il jazz,
prendendo ispirazione da grandi musicisti come West Montgomery e George Benson.
Inoltre, prima di inoltrarmi in questo progetto da solista facevo parte di un
gruppo, gli ODISSEO 23, con i cui facevo reinterpretazioni in chiave jazz,
blues e bossa nova di pezzi napoletani, italiani e stranieri.
Per quanto riguarda il
nome, ho scelto Simposio perché volevo desse un’idea di una musica di
sottofondo, non un’esibizione dominante da concerto. Il progetto deve dare
sempre il senso del bere assieme, della serata, del momento in cui ci vuole un
sottofondo che non deve essere pesante. Infatti cerco sempre di mantenermi su
volumi medi per non essere invasivo … altrimenti finisce il simposio!
Appunto, la serata romantica è quello che traspare
sia dalla copertina che dal titolo “ Bread, Wine and Roses”. Come si articola
questa serata secondo la tua musica?
Essendo un simposio il
mio progetto, ho cercato di descrivere tutti i momenti tipici di una cena
romantica. L’album infatti si apre con Fun che è un pezzo dinamico, allegro,
che indica l’inizio della serata in cui si comincia a chiacchierare; e si
chiude poi con una classica ballad jazz, The Last Glass of Wine, che riprende
l’immagine della copertina: gli ultimi pezzetti di pane con il vino, il
bicchiere semivuoto e le rose che danno l’idea del finale della cena romantica.
Nel mezzo ci sono tanti brani che alternano momenti più tranquilli a quelli più
briosi.
Nel disco si sente molto la nota blues,
soprattutto in Blues Dialogue, che vede la partecipazione di Myhoo. Di che tipo
di dialogo si tratta?
Si tratta di un blues
classico, sembra quasi un pezzo di BB King. È un pezzo in cui ho pensato di
dialogare con un artista che ha uno stile diverso dal mio, essendo lui
principalmente un cantautore. Quindi ho deciso di fare questo botta e risposta
in cui nell’ultima parte suoniamo alternati. È un modo diverso di approcciarsi
allo stesso genere che è il R&B da parte di due chitarristi che vogliono
essere complementari in questo pezzo, non proprio così opposti.
"Bread, Wine and Roses" si presenta come un album fatto da brani eterogenei, che mettono in risalto le capacità di Mario Simposio di passare con disinvoltura dalla classica ballad jazz a sonorità folkloristiche e gipsy. Un simposio di suoni che accompagna gli innamorati.
Nessun commento:
Posta un commento