venerdì 28 ottobre 2022

La musique française 2022

Qualche settimana fa vi avevo chiesto su Instagram quali sono i cantanti/le band francesi che conoscete. La maggior parte di voi, come mi aspettavo, ha risposto con Stromae e Maître Gims. Naturalmente la scelta è dovuta a ciò che passano le radio italiane, che preferiscono trasmettere i brani musicali ritenuti di successo in quel momento sia dei grandi artisti internazionali sia di quelli italiani, lasciando poco spazio al panorama musicale europeo. 

Ma in fondo anche oltralpe si ascolta poca musica italiana poiché, in base alla legge Toubon (votata nel 1994 e che prende il nome dell'allora ministro della Cultura, Jacques Toubon), per salvaguardare la lingua nativa le radio francesi sono obbligate a passare il 40% di musica in francese nell'airplay giornaliero.

Dunque, se avete voglia di scoprire qualche artista francese contemporaneo in più, potreste immergervi nell'immenso mare della musica che internet può offrirvi ... oppure semplicemente continuare a leggere questo articolo in cui suggerisco alcuni cantanti francofoni che ho scoperto qui in Francia!

                                             

Clara Luciani 

Sguardo magnetico, frangetta e look anni ’60, sono questi gli elementi distintivi di Clara Luciani, la giovane cantante che tutto il mondo invidia alla Francia. Il suo stile musicale è orientato verso il pop rock e prima di debuttare come solista nel 2017 con il singolo “Monstre d'amour”, faceva parte di un gruppo rock chiamato “La Femme”.  Su una musica spesso danzante, la sua penna sottile sa essere introspettiva e al tempo stesso femminista. 

https://open.spotify.com/artist/2oVrruuEI0Dr2I4NvLtQS0?si=wVkgf0WtSAqNEVncZKxJbA

Eddy De Pretto

La musica di Eddy de Pretto fa parte sia dell'hip-hop che della tradizione francese; egli stesso si definisce un artista “non di genere” , un ponte tra i due universi musicali. Sensibile e desideroso di esprimere un pensiero vero e intimo, Eddy parla spesso nei suoi testi di problemi sociali come l’omofobia e il comportamento maschilista e fallocratico, che lui chiama “virilità abusiva”. 

Orelsan 

Il rapper Orelsan è uno dei nomi più conosciuti nell’industria musicale francese, più volte vincitore alle Victoires de la musique, il più alto riconoscimento musicale nell’esagono. Per le qualità artistiche e lo stile musicale è stato spesso paragonato al collega statunitense Eminem, da cui trae ispirazione per la trattazione di temi impiegando sia la comicità che la violenza come espedienti retorici.

https://open.spotify.com/artist/4FpJcNgOvIpSBeJgRg3OfN?si=AVRLCFPVS_ak360Y2Ra0Kg

Angèle 

Come molti artisti della sua generazione, Angèle (classe 1995) si è fatta conoscere per la prima volta sui social media dove spesso cantava in inglese. La sua voce e il suo stile pop ed eccentrico hanno attirato rapidamente migliaia di abbonati al suo canale youtube. Ella ha saputo imporsi in un universo musicale ricco e atipico oscillando tra la classice “chanson française” e uno stile urbano. 

https://open.spotify.com/artist/3QVolfxko2UyCOtexhVTli?si=ofmrDJwiTy6vbqE6Gx-H0Q


See you the next song!




venerdì 7 ottobre 2022

Musica e Linguistica

 Ho da sempre cercato un modo per congiungere la mia passione per la musica "tout court" e il mio settore di specializzazione, ovvero le lingue e la linguistica. Per questo motivo nel 2020 ho deciso di dedicare alla musica la mia tesi di laurea in lingue, facendo un'analisi del linguaggio del giornalismo musicale italiano e concentrandomi soprattutto sulla figura del critico musicale. 

Non riporterò una tesi di 130 pagine qui nel mio articolo, tranquilli!, ma mi piacerebbe spiegarvi brevemente come la linguistica è presente in qualsiasi ambito della vita umana, e quindi anche nella musica. 

                                            

«Scrivere di musica è come ballare di architettura: è davvero una cosa stupida da fare». Questo emblematico aforisma dalla paternità incerta (c’è chi lo attribuisce a Elvis Costello, chi a Frank Zappa con la variante parlare al posto di scrivere e chi a Clara Schumann, moglie di Robert Schumann, il primo critico musicale della storia in senso odierno) è al tempo stesso vero e falso, poiché la musica è un sistema di segni che significa se stesso ( i segni della musica sono il pentagramma e le note) e cerca di spiegare i propri contenuti attraverso un altro sistema, il linguaggio verbale, un’operazione legittima ma dall’esito ambiguo.

Parlare di  musica è possibile, e se non fosse possibile non esisterebbe la professione del critico musicale. Secondo il semiologo e musicologo Gino Stefani, non solo il linguaggio verbale è il migliore strumento per la comprensione e gestione sociale della musica, ma tale strumento può essere utilizzato anche da colui che si reputa profano della musica, perché tutti gli esseri umani hanno una competenza musicale intrinseca. Stefani sostiene che tutti posseggono una competenza musicale analoga alla competenza linguistica, ovvero ciascuno è capace di capire e produrre frasi e discorsi sino ad allora ancora non sentiti, e dimostra ciò attraverso l’esperimento ‘incontro-concerto con presa di parola collettiva’ riportato nel suo libro Competenza musicale e cultura della pace.

L’oggetto d’analisi dell’esperimento è un gruppo di ascoltatori che dopo aver ascoltato alcuni brani di musica classica vengono sollecitati ad esprimere liberamente ciò che hanno sentito nella musica; i risultati confermano che la musica ha per noi dei significati comuni che predominano nell’interpretazione soggettiva che è a sua volta influenzata da codici culturali e sociali che tuti inconsciamente sappiamo. Attraverso questo esperimento l’interesse alla musica del profano cresce ed egli passa da consumatore passivo a produttore di senso. 

La differenza tra profano e critico musicale sta nell’acculturazione in musica del critico che Stefani chiama alfabetizzazione musicale, ovvero uno strumento culturale in più per l’appropriazione e l’interpretazione della musica, dunque per estendere e approfondire la competenza musicale comune a tutti. 




Se sei arrivato fin qui non ti sei annoiato nel leggere l'articolo e sei pronto al prossimo articolo incentrato sulla linguistica nelle canzoni. 

See you the next song!

Lo sapevi che è una cover?

Qualche giorno fa ho fatto una scoperta scioccante: I Will Always Love You non è un brano originale di Whitney Houston ma è stata scritta 3...