mercoledì 30 settembre 2020

Wake me up when September ends

«Oggi è l’ultimo giorno del mese di settembre … è tempo di svegliare Billie Joe Armstrong!» dice uno dei tanti meme che ogni anno ricompaiono sui social, riferendosi alla canzone Wake me up when September ends (2005) dei Green Day. In realtà c’è poco da scherzare, poichè il significato della canzone è molto triste e riguarda la scomparsa del padre del frontman.

L’uomo morì di cancro all’esofago nel settembre 1982, quando Billie aveva solo 10 anni. Ci sono voluti molti anni prima che Billie riuscisse ad affrontare davvero il lutto e a dedicare una canzone al genitore. La canzone parla della perdita dell’innocenza, perché quando un bambino perde una figura importante nella propria vita è costretto a crescere più in fretta del previsto, invece il titolo è proprio ciò che egli disse alla madre mentre era chiuso in camera sua a piangere durante il giorno del funerale.

All’interno del testo , il verso “Seven years has gone so fast” ricorda che a sette anni dalla morte del padre, nacquero i Green Day, mentre il verso “Twenty years has gone so fast…" commemora i venti anni trascorsi dalla morte del padre. Il videoclip non combacia con la storia autobiografica del cantante, ma racconta di una storia d’amore che ha come sfondo la guerra in Iraq, dato che il brano fa parte dell’album “American idiot”, un album in cui si evince chiaramente la critica rivolta alla società americana, alle scelte politiche, alla guerra e alla forte influenza mediatica che molti cittadini subiscono passivamente. Inoltre, visto che fa riferimento al mese di Settembre, negli Stati Uniti è associata anche all’attentato alle Torri Gemelle, che come sappiamo è avvenuto l’11 Settembre 2001.

Quest’anno è stato Billie Joe a pubblicare un post con un riferimento alla canzone: negli Stati Uniti è tempo di elezioni e il frontman della band ha utilizzato il titolo del pezzo per invitare gli americani a non dormire in questo periodo, ma ad andare a votare, scrivendo “Wake Up and Register to Vote”. “La canzone dice ‘svegliami quando settembre finisce – si legge nel post – ma io prego tutti voi di svegliarvi adesso e di andare a votare […] è urgente. Questa è un’emergenza nazionale. Dobbiamo essere ben svegli da settembre fino al 3 di novembre!”.


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lunedì 21 settembre 2020

Grandi musicisti a Londra

Dopo due anni di pausa rieccomi qui a scrivere di musica!

Vorrei riprendere da dove mi ero fermata, ovvero ottobre 2018, quando sono andata per la seconda volta a Londra. La prima volta ho fatto il classico giro turistico visitando i monumenti, i musei e i quartieri più famosi; la seconda volta sono ritornata con piacere in molti posti che già avevo visto ma volevo visitare di più, vedere i posti più nascosti, scoprire tante altre cose di questa città meravigliosa. Quindi, come è mio solito fare, ho cercato su internet degli itinerari alternativi, appuntandomi tutti i nuovi posti che avrei voluto visitare, di cui tre sono legati alla musica.

Dai Beatles ai Rolling Stones fino ai Pink Floyd e Amy Winehouse, Londra ha fatto da sfondo al successo di decine di artisti entrati nella storia del pop e del rock. Sono tantissimi i luoghi a Londra che raccontano storie e aneddoti di leggende della musica, purtroppo poco il tempo per visitarli tutti.

Al numero 1 di Logan Place (Kensington) c’è la famosa Garden Lodge, la lussuosissima casa che Freddie Mercury acquistò all’apice del suo successo, in cui visse fino alla morte quando la lasciò alla amica e per alcuni anni compagna Mary Austin. La casa purtroppo non è visibile dalla strada perché è circondata da un alto muro, ma è riconoscibile da una porta d’ingresso (protetta con un vetro dagli atti di vandalismo) su cui è riportato il nome “Garden Lodge”.


Berwick Street, nel quartiere di Soho, è la strada fotografata nella copertina del secondo album degli Oasis: “(What's the Story) Morning Glory?”. 
Per illustrare la copertina la band scelse l’agenzia Microdot Sleeve di Brian Cannon, che già aveva realizzato l’artwork dell’album di debutto. A differenza della cover del primo LP, che raffigurava l’interno di un’abitazione, la foto di copertina di “(What’s the Story) Morning Glory?” doveva rappresentare l’indole urbana del disco.



              (1995)                                                                     (2018)

Gli Oasis girovagarono per intere settimane alla ricerca della location perfetta, alla fine la scelta cadde su Berwick Street per due motivi:  le attività commerciali che vi si affacciavano erano (e vi sono ancora) maggiormente un negozio di dischi, tra cui Reckless Records e Sister Ray; inoltre, la strada che interseca Berwick Street si chiama Noel Street. Le due persone presenti nella foto non sono i fratelli Gallagher, ma sono Brian Cannon (di spalle) e il dj Sean Rowley. Per diverse ore Brian e Sean camminarono avanti e dietro, stando attenti a schivare i furgoni della frutta che passavano continuamente per l’allestimento del mercato ortofrutticolo, mentre Spencer Jones scattava le foto. Il servizio iniziò alle 5 del mattino e si concluse intorno alle 8:00 e delle circa trenta foto scattate a diventare la copertina dell'album fu la prima foto ad essere scattata. 

Infine non poteva mancare Abbey Road. Da anonima strada di Londra, è diventata nel 1969 tappa fissa dei fan dei Beatles, quando il fotografo Ian MacMillan decise di scattare una foto dei quattro membri della band che attraversavano le strisce pedonali. L’iconico scatto divenne poi la copertina del 12° album dei Beatles che prende il nome della strada e contiene capolavori come Come Together, Here comes the sun e Something. Abbey Road è stata nominata luogo protetto dall’English Heritage e ospita lo studio di registrazione Abbey Road Studios (ancora oggi attivo).



( Ed ecco il mio misero tentativo di riprodurre lo scatto cercando di non farmi prendere dalle macchine)






See you the next song!

Lo sapevi che è una cover?

Qualche giorno fa ho fatto una scoperta scioccante: I Will Always Love You non è un brano originale di Whitney Houston ma è stata scritta 3...