lunedì 24 settembre 2018

Urban Strangers / U.S - Recensione


Tienimi pronto a decidere, non posso respingere ciò che mi resta da scrivere” è il verso con cui si apre U.S., il terzo album degli Urban Strangers, il duo elettro-pop campano che ha partecipato alla 9° edizione di X-Factor.  Dopo 2 album (Runaway e Detachment) scritti interamente in inglese, Alessio Iodice e Gennaro Raia compongono 10 canzoni in italiano, un approdo naturale per loro al quale però sono arrivati non senza i dubbi e le paure di chi sta per affrontare una nuova sfida, come viene raccontato nel 1° brano “Non So”. Cambia la lingua e cambiano i temi, si tratta di un album più romantico rispetto al precedente, ma di un romanticismo in senso ampio: l’amore, l’affetto e la preoccupazione non soltanto verso la propria compagna o il proprio compagno, ma soprattutto nei confronti della famiglia e degli amici. Il tema della fiducia è presente in quasi tutti i brani nelle sue diverse sfaccettature: l’incapacità di fidarsi dell’altro, al contrario, la volontà di affidarsi all’altro ed infine la sicurezza di poter essere qualcuno su cui contare. Ma non cambia lo stile: una continua ricerca di suoni che rendono la loro musica “internazionale” e di parole che non risultano mai banali.
Seguendo la tracklist il 2° brano che troviamo è “Lasciare Andare”: un pezzo con influenze Funky e quindi più dinamico, che si può leggere come un invito a conoscere un po’ meglio chi ci sta attorno, evitando di dare giudizi affrettati.
Quasi come il continuo di una frase “Non So” “Lasciare Andare”, ecco che arriviamo al 3° brano “I sensi e le colpe”. Ritornano ad una sfera più intima, parlando di una storia che evolve, in cui inizialmente si ricordano le piacevoli sensazioni di un tramonto insieme ma poi arriva il punto in cui ci si sente in colpa per quel qualcosa che è andato storto e che porta quasi ad un irreparabile fine. Il brano sembra finire al minuto 4.18, ma sono fondamentali gli ultimi 28 secondi di sola musica che ci trasportano in una dimensione onirica.
4° brano “Unico Ricordo”: i grandi protagonisti di questo brano sono la chitarra acustica e il silenzio che mettono in risalto le loro capacità vocali e di armonizzazione, qualità da sempre apprezzate dal pubblico sin dai tempi di X-Factor.
Il 5° brano è “Stare Calmo”, anch’esso romantico, caratterizzato da suoni ricercati ma non eccessivi che in connubio con la voce ti immergono in un racconto, creano un’atmosfera molto intima e confidenziale.
Immaginate ora di essere in una discoteca anni ’80, la sala è buia e illuminata solo dalle luci stroboscopiche blu e viola. Ed ecco che parte “Nel mio giorno migliore” e siete trascinati dal suo ritmo incalzante in cui è inconfondibile il suono della tastiera. Sembra di essere trasportati in un’altra epoca … ”nello spazio dove il tempo non mi pesa mai”.
Non andrò via “ è il 7° brano nell’ordine della tracklist, ma il 2° singolo che ha anticipato l’uscita dell’album. La canzone parla delle responsabilità che si hanno nei confronti della propria famiglia quando si cresce e si diventa adulti, della presa di coscienza del cambiamento e quindi del ruolo che si assume nei riguardi dei genitori. Nel video (Non andrò via - Urban Strangers) ci sono dei ragazzi che corrono bendati, alcuni si fermano per strada e gli unici due che sono arrivati alla fine della corsa sono quelli che si sono fidati l’uno dell’altro.
Nell’8° brano, “Sono io?”, si riprende la tematica elettronica, accompagnata da accordi di piano di fondo che portano avanti la melodia. Nei temi molto vicino all’album precedente “Detachment”, un continuo porsi domande sul chi si pensa di essere, come si appare alla società e cosa la società si aspetta da noi. Interessanti sono le voci distorte di sottofondo che enfatizzano il senso di confusione.
Crisi astronomiche” è un titolo che attira subito quanto la canzone. Si parla di crisi generazionali, un senso di disagio che accomuna un po’ tutti i ragazzi della loro età, nel rapporto con se stessi e con gli altri. La voce leggera simula una calma apparente e la musica dal ritmo incessante cela l’agitazione e le ansie personali.
Ultimo brano ma non per importanza: “Tutto Finisce”. La canzone dal titolo iconico è caratterizzata da un sound molto vicino alla musica trap, ma completamente distante dai temi di quest’ultima.
Ascolto gli Urban Strangers e ho assistito a più di un concerto loro da ben 3 anni. Mi piace la loro musica non solo perché è originale come la musica di pochi altri artisti in Italia, sono capaci di raccogliere le influenze di generi anche opposti tra loro come Hip Hop e musica ambient, con venature a volte pop e a volte funky, una solida base elettronica e soprattutto la costante unplugged  per creare appunto un sound unico; ma soprattutto perché nei loro testi mi ci sono spesso ritrovata, essi si pongono continuamente domande in un mondo in cui è effettivamente difficile trovare delle certezze.
Bene, se siete arrivati fin qui ora non vi resta che fare una sola cosa: andare su qualsiasi piattaforma musicale (Spotify, Deezer ecc.), premere PLAY e lasciarvi trasportare dalla musica degli Urban Strangers.


Un ringraziamento speciale a Maria che mi ha supportato nella descrizione tecnico-musicale.

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